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riflessioni / Una teoria che viene da lontano

Posted by franco carlini su 28 settembre, 2006

Fiorello Cortiana, già senatore verde, ma tuttora animatore delle iniziative «Condividi la conoscenza» (tra poco ci sarà un terzo appuntamento), allarga il tema di cui Chips&Salsa si è occupato nelle settimane scorse. Parlavamo allora del progetto Ichino di licenziamento dei «fannulloni» e di come il problema fosse semmai interno alle pubbliche amministrazioni e alle loro organizzazioni, storicamente incapaci di valorizzare le persone e le loro conoscenze.
Cortiana in questa pagina di oggi propone alcune riflessioni teoriche sul tema del lavoro in una società che non è più governata dal paradigma industriale (lavoro massificato per consumi di massa), ma dove, più intensamente che nel passato, informazione, conoscenza e saperi (che sono tra di loro apparentate, ma anche diverse) sono fattore produttivo. Per inciso questi temi sono comparsi anche nella discussione sul socialismo del ventunesimo secolo che si è svolta sulle pagine di Repubblica, in particolare nell’intervento di Fausto Bertinotti il 13 settembre e nella replica di Eugenio Scalfari il 24 settembre. Stralci di questi due interventi sono riprodotti sul blog http://mobidig.dada.net, alla voce «lavoro», insieme all’intervento completo di Fiorello Cortiana.
Che non si tratti di fantasie estremiste e radicali lo conferma del resto un voluminoso saggio di Yochai Benkler, professore di diritto a Yale. Si intitola «The wealth of networks», esplicita citazione del «Benessere delle Nazioni» di Adam Smith (scritto nel 1776, ovvero 230 anni fa). Dunque sono oggi le reti, i networks, alla fonte dello star bene del mondo. E anche il sottotitolo lo rende esplicito: «Come la produzione sociale trasforma i mercati e la libertà». La traduzione italiana del libro di Benkler è stata prevista dall’editrice dell’ Università Bocconi, la stessa che meritoriamente ha tradotto i tre tomi fondamentali del sociologo Manuel Castells, dedicati a «L’età dell’informazione». In ogni caso il libro è leggibile, in inglese, dal suo sito http://www.benkler.org, insieme ad altri saggi e anche questo è nello spirito pratico di quanto egli va scrivendo.

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