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editoriale / Washington, fuga dalla carta

Posted by franco carlini su 23 novembre, 2006

Sarah Tobias
Uno scossone dopo l’altro nella stampa americana; tremori destinati a propagarsi per il mondo e chissà prima o poi anche in Italia. L’ultimo microsisma è localizzato al Washington Post dove due importanti giornalisti politici, John Harris e Jim VandeHei hanno abbandonato la storica testata per lanciare una nuova iniziativa in rete, insieme al gruppo Allbritton Communications che a gennaio lancerà un nuovo giornale nella capitale, chiamato The Capitol Leader. La novità sta nella focalizzazione: solo politica e solo internet. O meglio internet più televisione, dato che i due hanno stretto accordi anche con la rete Cbs per una serie di apparizioni e commenti televisivi. Il gruppo Allbritton che possiede alcune stazioni locali via cavo e il suo presidente, Frederick Ryan Jr., ha dichiarato al rivale New York Times che il futuro del giornalismo sta in un approccio multipiattaforma, ma «senza il fardello delle vecchie istituzioni della stampa». Va ricordato che il Post è uno dei quotidiani che con maggiore convinzione ha perseguito un approccio integrato tra carta e web, riuscendo a farlo anche con buoni risultati economici e stringendo alleanze con diversi blog, usati come fonti esplicite. Resta tuttavia un’istituzione con organizzazione del lavoro e meccanismi molto classici. I due che hanno saltato il fosso pensano evidentemente che agilità di contenuti, ritmo 24 ore su 24, interazione intensa con il pubblico, siano meglio praticabili in un modello che nasca totalmente nuovo.
Nel frattempo il portale e motore di ricerca Yahoo! ha stretto un’alleanza con sei catene editoriali che controllano 176 testate locali variamente disseminate. Nella prima fase si tratterà soltanto di una integrazione in Yahoo! dei servizi di annunci di lavoro che risulteranno disponibili non solo sulla carta, ma anche sul web. Ma questo è solo il primo passo. Quello successivo è di far sì che anche le notizie locali (che sono la forza delle piccole testate) possano vivere anche in rete, così costituendo un network superlocale.
La parola d’ordine, dunque, è l’integrazione tra partner: ai piccoli quotidiani conviene allearsi con i motori di ricerca (altri 50 l’hanno già fatto con Google) per evitare che i loro annunci finiscano solo in rete; nello stesso tempo i motori di ricerca possono avventurarsi nel mercato locale, offrendo mappe, guide utili e notizie che da soli non potrebbero mai procurarsi.

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